Tre linee guida di giudizio per “quando in dubbio”

Secondo il dizionario, il giudizio è la capacità di prendere una decisione. Le chiamate secondo il giudizio di un arbitro saranno messe in dubbio più spesso della sua conoscenza delle regole di gioco.

Ecco in questo articolo, come gestiscono le chiamate difficili i nostri colleghi americani.
A livello amatoriale, quindi senza replay e disponibilità di riprese video, la verità rimane spesso sconosciuta. In alcune azioni, gli arbitri devono ricorrere ad un’ipotesi ponderata.
Sono state pubblicate nel corso degli anni numerose versioni delle linee guida “quando in dubbio“. Alcune sono rimaste le stesse da quando sono state formulate, ad esempio, “in caso di dubbio, non è un touchdown“.

Altre, ad esempio se si tratta di un passaggio in avanti o di un fumble, sono state modificate per consentire la revisione del replay. Ciò che forse è stato trascurato è che ci sono diversi gradi di dubbio e che possono variare a seconda del livello di gioco.

Una distinzione che non è stata ampiamente discussa è quella tra un arbitro, che ha avuto una visione parziale di una azione e non è sicuro di ciò che è accaduto – in caso di dubbio; e un arbitro, che per qualsiasi motivo, semplicemente non ha visto o non ha potuto vedere il gioco – diciamo: “nessuna idea“. In quest’ultimo caso, un altro collega potrebbe aver avuto una visione pulita dell’azione e la collaborazione fra più arbitri è d’obbligo, ma ci saranno casi in cui nessuno può aiutare.

Quindi, avremo tre condizioni nel giudizio: certezza, dubbio e nessuna idea.
Ecco alcuni pensieri che possono essere una guida utile quando un arbitro vuole fare la chiamata corretta ma deve affrontare una certezza inferiore al 100%. Sono presentati in relazione a quelle che sono probabilmente le tre decisioni più difficili che un arbitro potrebbe affrontare.

Lancio completo o incompleto?

La decisione se un giocatore ha ricevuto la palla può presentarsi in diversi scenari. In alcuni casi, l’arbitro deve decidere se un ricevitore in possesso della palla è atterrato in campo. Quindi può anche dover decidere in quale punto della sequenza di caduta, il ricevitore ha acquisito il controllo della palla. Forse lo scenario più comune è quello in cui c’è il fattore terreno: la palla è stata trattenuta in modo netto o ha toccato il terra prima di essere ricevuta? La decisione è ulteriormente complicata dal fatto che può essere considerata una presa se la palla tocca il terreno dopo che è stata assicurata dal ricevitore, in relazione se la palla “si muove” quando tocca il suolo. Di conseguenza, vedere la palla toccare terra non elimina la possibilità di una ricezione completa.

Le linee guida tradizionali affermano che quando un arbitro è in dubbio, il lancio non è stato completato. Questo è un consiglio chiaro, ma cosa succederebbe se l’arbitro (e tutti i colleghi) non ne avessero la minima idea perché la loro visuale è stata completamente impedita? Magari da altri giocatori. Il fatto che l’arbitro in copertura fosse nella posizione migliore per vedere l’azione non è immediatamente rilevante. Bisogna fare una chiamata: è completo o no. A quel punto, l’ultima risorsa dell’arbitro è una prova indiretta.
Il ricevitore sta agendo come se avesse preso la palla al volo? La lettura della reazione del difensore di copertura non è probabilmente utile perché nella sua visione di parte sembrerà un passaggio incompleto. Se non vi è alcuna indicazione che il passaggio fosse incompleto, la presa dovrebbe essere consentita. Non è sostenibile dichiarare che il passaggio è incompleto quando l’arbitro non ha visto nulla. Quindi, quando non hai idea, è un lancio completo.

Lonnie Langford, Newport, Washington, ha una buona prospettiva per vedere i primi istanti di una potenziale ricezione a bordo campo. Il ricevitore ha una presa ferma della palla. Se il difensore spinge il ricevitore in modo che tocchi prima il terreno fuori campo, il passaggio sarà giudicato incompleto. Mentre se il ricevitore mantiene il controllo della palla dopo aver toccato con la punta del piede in campo o dopo essere stato placcato e portato fuori campo dal difensore, sarà quindi un lancio completo.

Runner a terra oppure fumble?

Per più di 100 anni, la linea guida di quando si è in dubbio per quando si perde la palla, quasi nel momento in cui il corridore è atterrato per regolamento è stato quello di dichiarare palla morta. Ma l’instant Replay può cambiato questa situazione. Se la palla viene dichiarata morta, la possibilità per il replay di invertire la chiamata è limitata ai casi in cui vi è un chiaro recupero nell’azione subito dopo che la palla sia vagante. Se viene chiamato un fumble, il replay può comunque essere utile per il giudizio.
Inoltre, l’analisi delle azioni della NFL ha rivelato che nelle situazioni di dubbio, è più probabile che la palla vagante fosse un fumble.

Sebbene le informazioni fornite dalle partite non Pro, siano meno certe piuttosto che scientifiche, il manuale di arbitraggio ufficiale della NFHS offre un consiglio: in caso di dubbio, il runner era già a terra.
La migliore prova indiretta su quel tipo di azione è la direzione della palla vagante. Se la palla rimbalza, significa che il terreno sta cambiando la sua direzione. Una palla che rotola via dal corridore non è necessariamente un fumble, in quanto la palla potrebbe essere stata deviata dopo aver colpito il terreno.
La linea guida “senza idee” è quella di lasciare la palla alla squadra che ne ha avuto l’ultimo possesso. Concedere un cambio di possesso quando l’arbitro non ha visto quello che è successo è intrinsecamente ingiusto, se non inconcepibile.

Lancio in avanti oppure fumble?

Ancora una volta, la linea guida tradizionale è stata quella di dichiarare un passaggio incompleto quando il lanciatore perde la palla quando viene colpito e l’arbitro non è sicuro se il braccio si stava muovendo in avanti per il lancio prima o dopo il contatto. Con il replay, gli arbitri che sono in dubbio sono stati istruiti a tenere la palla viva in modo che il replay abbia tutte le opzioni disponibili. Se la decisione in campo è un passaggio incompleto, il replay determina che si è verificato invece un fumble e la difesa lo ha recuperato, la palla può essere assegnata alla difesa solo se c’è stato un chiaro recupero nell’atto immediatamente successivo alla palla vagante.
Questa chiamata può essere più impegnativa della chiamata “runner a terra” o “fumble” perché rientra nella sfera di competenza di un solo arbitro: il Referee. Non solo è possibile che la sua visuale sia ostruita e non veda bene il braccio del lanciatore, ma è anche possibile che il Referee non sposti abbastanza rapidamente la sua attenzione dai blocchi della OL al QB. In entrambi i casi, il Referee potrebbe non essere sicuro di ciò che è accaduto.
Come nello scenario precedente, la prova indiretta consiste nell’osservare il volo della palla. Una palla che cade a terra dietro al lanciatore è quasi certamente un fumble. Una palla che va avanti può o meno essere un passaggio. Il movimento in avanti può essere il risultato del braccio del QB colpito da dietro oppure potrebbe essere il risultato del lancio in avanti del giocatore. Una regola empirica utile è di notare la direzione da cui il difensore si è avvicinato al Quarterback. Se il lanciatore è stato in grado di vedere arrivare il difensore, probabilmente avrebbe potuto eseguire il lancio in avanti prima di essere contattato. Mentre se è stato colpito dal lato cieco, è probabile che si sia verificato un fumble.
Nei livelli di gioco inferiori, le indicazioni sia per le situazioni di dubbio che per quelle senza un’idea certa sono per un lancio incompleto. Le chiamate che potrebbero cambiare l’andamento della partita non dovrebbero essere fatte semplicemente indovinando.
In queste e in molte altre situazioni, un arbitro che potrebbe essere in dubbio o meno, potrebbe essere in grado di ottenere aiuto da un collega.

A volte capita, che gli arbitri vedano le cose che accadono in un’area in cui non dovrebbero guardare. Tale aiuto è molto meglio che basarsi sulle regole di supposizione appena descritte. L’attenzione deve essere sempre orientata a fare la miglior chiamata, quindi i vecchi luoghi comuni come “pescare nel proprio laghetto” o “stai lontano dal mio terreno”, devono essere abbandonati.

Traduzione e adattamento di Alberto Maghini

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